
Caro Giovanni,
questa mattina mi sono alzata alla solita ora, ho fatto colazione con i bambini e poi li ho accompagnati a scuola.
In macchina ascoltiamo sempre la radio e, proprio la radio mi ha ricordato che oggi ricorre il 26° anniversario della tua morte. Ti chiedo scusa Giovanni, perché presa dalle mille cose quotidiane mi sono dimenticata di questo tristissimo giorno.
Giovanni tu non ci sei più ma avrei tanto voluto conoscerti sai? Ti avrei portato ad Aci Trezza e davanti una granita ti avrei fatto tantissime domande e raccontato di come vivo la Sicilia adesso che sono diventata madre. Ti vorrei chiedere di darmi una mano per poter spiegare, un giorno, ai miei figli il significato della parola mafia, così in maniera semplice senza troppi giri di parole.
Giovanni io, ancora oggi, tante cose non riesco a spiegarmele. La politica non mi piace, i politici nemmeno: sempre a pensare ai loro interessi, senza preoccuparsi minimamente del bene del Paese.
Tu invece hai messo il bene della tua terra (e quello di tutta l’Italia) al primo posto e per questo hai sacrificato la tua vita per qualcosa di più grande. Un’idea che oggi deve per forza continuare a vivere partendo proprio dai nostri figli.
Essere genitore è una responsabilità enorme Giovanni, e tu lo sai bene. I miei figli sono nella fase dei perché e con la loro brillante curiosità mi riempiono di domande, dalle più semplici alle più complesse. Credo che i bambini siano più filosofi di tanti adulti che si professano tali. Loro vedono la vita per com’è, senza filtri e spesso sono più logici di noi “grandi” che ci dimeniamo in questa giungla quotidiana.
Oggi i miei bambini in macchina hanno ascoltato la radio e poi mi hanno chiesto: “mamma chi è Giovanni Falcone?”. Io senza pensarci troppo, così di getto, gli ho detto che sei un Supereroe, come Batman o Spiderman. Ho detto loro che hai combattuto contro il male e che hai perso la tua vita per questo, ma non sei stato sconfitto! Perdonami per la versione semplicistica e forse un po’ banale, ma i miei figli hanno solo 3 e 5 anni e, ho cercato di farglielo capire entrando un po’ nel loro mondo.
Loro capiscono bene la differenza tra il bene e il male, nelle loro storie, per fortuna, i buoni trionfano sempre sui cattivi. La realtà purtroppo è ben diversa: a volte i buoni cadono. Tu però, mio caro Giovanni, non sei stato sconfitto e questo lo so per certo.
Quest’anno Palermo è stata proclamata “capitale della cultura”, capisci, della cultura, non della mafia! Un cambiamento ci deve essere stato da qualche parte no?
E questo cambiamento lo dobbiamo a te, e a tutte le persone che sono morte per combattere e sradicare questo schifo di cosa chiamata Mafia. Aveva ragione Peppino, quando disse che la “Mafia è una montagna di merda!”.
Chissà cosa penseresti guardando la Sicilia adesso Giovanni! Ne è passato di tempo dal 1992.
Giovanni la parola legalità mi piace tantissimo! Nei miei piccoli gesti quotidiani cerco di trasmetterla ai miei figli, dal piccolo gesto di non gettare una carta per terra al rispetto per gli altri. Proprio ieri stavamo camminando per strada e un signor davanti a noi ha buttato una carta per terra, mio figlio di 5 anni, arrabbiato mi ha detto “mamma ma guarda che incivile quel signore, non si fa!”. Cosa c’entra la carta per terra? C’entra eccome. Perché il rispetto per questa nostra terra deve partire anche dalle più piccole azioni.
Giovanni sarai felice di sapere che più di 70.000 studenti oggi, 23 maggio 2018, stanno venendo a Palermo per ricordarti, per parlare di te! Una nave in partenza da Civitavecchia direzione Palermo: l’hanno chiamata la Nave della Legalità. Tutti questi ragazzi probabilmente non sanno chi tu sia in realtà, ma il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Fondazione Falcone, insieme, stanno cercando di rendere viva la tua memoria.
Perché tu sei il vero simbolo della Sicilia.
Giovanni, domani porterò i miei bambini a San Vito Lo Capo, attraverseremo l’autostrada in direzione Capaci, luogo in cui quel vile e ignobile attentato ti ha strappato alla vita! Voglio lasciarti un fiore, chissà se lo vedrai…
Ti prometto che quando i miei bimbi saranno più grandi gli racconterò la versione reale, (senza parlare di Spiderman) di chi era davvero Giovanni Falcone e ti prometto, infine, che la tua memoria vivrà sempre nel mio cuore e in quello dei miei figli.
Io non sarò mai Wonderwoman ma mi impegnerò, nel mio piccolo, ad essere una persona migliore.
Un abbraccio forte a te, a Francesca, a Vito, Rocco e Antonio!
Con affetto e speranza,
Chiara
Potrebbe interessarti anche:
8 luoghi comuni da sfatare sulla Sicilia e sui siciliani
Pezzi di vita da ex-expat: cosa mi mancava di più della Sicilia
Mi hai commossa! Non hai sbagliato a dire ai tuoi figli che Falcone era un supereroe… Lo era veramente e grazie al lavoro e al sacrificio suo e di Borsellino sono stati fatti grandi passi avanti nella lotta contro la mafia. Anche loro pensavano che il rispetto x le leggi partisse dal singolo come stai insegnando tu con l’esempio ai tuoi bambini.
Carissima Alessandra, grazie per questo stupendo commento, hai ragione lui era il VERO supereroe!
Che parole commoventi. Non è facile spiegare la mafia ai propri figli, ti capisco benissimo.
Grazie mille Dani 🙂
Chiara, come tu sai sono figlia di una donna siciliana, che ha lasciato la sua terra per cercare lavoro qui al Nord. Tante cose spesso mi racconta di ciò che vedeva che non andava… non so se le cose stiano davvero cambiando ma me lo auguro.. Quel giorno in cui Falcone perse la vita lo ricordo come se fosse ieri, ero piccola, avevo 14 anni ma rimasi sconvolta davanti alla tv. La Sicilia è una terra meravigliosa, sta a noi, non dimenticando a far capire ai nostri figli cosa è giusto e cosa è sbagliato, con la speranza che un pò alla volta la situazione migliori.
Piano piani le cose migliorano ed è proprio grazie a lui e alle persone come lui se la Sicilia, oggi, è un posto migliore in cui poter vivere